venerdì 11 ottobre 2013

LAVORO

Ho detto tante volte che delle nostre difficoltà interne non interessa a nessuno, ho ripetuto  in tante occasioni che per mettere in campo una politica seria occorre ripartire dalla città. Per questa ragione, inizierò a parlare della questione più seria e urgente per la nostra comunità: il lavoro.
Con la speranza di aprire un dibattito con gli attori economici, sociali ed i cittadini, al fine di trovare le risposte più adeguate alla crisi che stiamo vivendo e ridare speranza e futuro alla nostra città. Chiunque di voi desideri interloquire con me, non esiti a contattarmi:
 
 
In un panorama come quello attuale che vede la nostra economia, nazionale e locale, inginocchiata sotto i colpi di una crisi paralizzante, è necessario individuare i punti che consentono di porre le basi per una rinascita economica e sociale; affinché venga restituita dignità alla comunità come al singolo.
Tre sono i focus su cui concentrare la nostra attenzione:
1-     Le modalità di incontro tra domanda ed offerta di lavoro.
L’obiettivo è quello di rendere il servizio per il lavoro un punto di monitoraggio attento alle dinamiche per cui nasce e si contraddistingue: da una parte, quindi, attenzione a quelle che sono le richieste specifiche delle imprese (settore, qualifica, tipologia, rapporto di lavoro, genere, età); dall’altra, considerazione di ciò che attiene a quelle che sono le qualità ed i risultati del sistema scolastico, formativo e personale (tasso attività, uomini/donne, locali/stranieri, giovani/anziani).
2-     La quantità di lavoro che il sistema riesce a creare.
Le politiche del Comune diventano leve non secondarie per un intervento strategico a favore della quantità e qualità dello sviluppo. A questo fine vanno esplicitati alcuni scenari a cui fare riferimento: se, fino ad oggi, le “vallate” hanno segnato caratteri specifici di sviluppo locale fornendo industrializzazione, grande mobilità sociale, disponibilità a mettersi in gioco, solido welfare locale e grande flessibilità di mano d’opera, ora questo grande dinamismo che ha prodotto l’industrializzazione dell’intera provincia ha esaurito ogni vitalità. Per questo motivo Fano deve candidarsi per essere punto di riferimento del basso e medio Metauro e del Cesano.
3-     La qualità delle attività economiche che il sistema locale produce.
Occorre quindi puntare ad altri soggetti e fenomeni sociali capaci di produrre: DINAMISMO, MOBILITA’ SOCIALE E COESIONE. Dobbiamo saper riconoscere, nella nuova società emersa a ridosso della crisi, le nuove forze da sollecitare e sostenere, che realmente hanno fame di cambiamento; contemporaneamente impedire che “pezzi” di società si sfaldino riducendo la coesione e aumentando le tensioni interne.
Il Comune deve assurgere al compito di organizzatore e regolatore del welfare della comunità.
Un welfare che misuri la città sugli ultimi (a misura di bambino – di donna – di anziano – di immigrato …) perché includere tutti è la prima garanzia strategica di sviluppo economico.
 
Nell’era dell’economia “della conoscenza”, e di fronte alla profondità della crisi attuale, è fondamentale che il welfare inizi dalla scuola, perché senza la conoscenza non si fanno politiche serie.
 
Nei fatti, dobbiamo FAVORIRE L’INNOVAZIONE DELLE IMPRESE, selezionando quelle che concretamente sono capaci di organizzarsi in termini nuovi, con nuovi prodotti e nuovi processi.
Il Comune quindi, deve riqualificare sé stesso e la propria organizzazione del lavoro e plasmare una burocrazia che passi da soggetto semplicemente autorizzativo a soggetto che faciliti la realizzazioni delle iniziative giudicate possibili, così da diventare vero sportello unico impegnato a favorire le attività delle imprese.
 
 
Luca Stefanelli
 
Consigliere comunale e candidato PD alle Primarie a Sindaco di Fano


Fano, 11 ottobre 2013
 
 

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