Ho detto tante volte che delle nostre difficoltà interne non interessa a nessuno, ho ripetuto in tante occasioni che per mettere in campo una politica seria occorre ripartire dalla città. Per questa ragione, inizierò a parlare della questione più seria e urgente per la nostra comunità: il lavoro.
Con la speranza di aprire un dibattito con gli attori economici, sociali ed i cittadini, al fine di trovare le risposte più adeguate alla crisi che stiamo vivendo e ridare speranza e futuro alla nostra città. Chiunque di voi desideri interloquire con me, non esiti a contattarmi:
In un panorama come quello attuale che vede la
nostra economia, nazionale e locale, inginocchiata sotto i colpi di una crisi paralizzante,
è necessario individuare i punti che consentono di porre le basi per una
rinascita economica e sociale; affinché venga restituita dignità alla comunità come
al singolo.
Tre sono i focus su cui concentrare la nostra attenzione:
1- Le modalità di incontro tra domanda
ed offerta di lavoro.
L’obiettivo è quello di rendere il
servizio per il lavoro un punto di monitoraggio attento alle dinamiche per cui
nasce e si contraddistingue: da una parte, quindi, attenzione a quelle che sono
le richieste specifiche delle imprese (settore, qualifica, tipologia, rapporto
di lavoro, genere, età); dall’altra, considerazione di ciò che attiene a quelle
che sono le qualità ed i risultati del sistema scolastico, formativo e
personale (tasso attività, uomini/donne, locali/stranieri, giovani/anziani).
2- La quantità di lavoro che il
sistema riesce a creare.
Le politiche del Comune diventano
leve non secondarie per un intervento strategico a favore della quantità e
qualità dello sviluppo. A questo fine vanno esplicitati alcuni scenari a cui
fare riferimento: se, fino ad oggi, le “vallate” hanno segnato caratteri
specifici di sviluppo locale fornendo industrializzazione, grande mobilità
sociale, disponibilità a mettersi in gioco, solido welfare locale e grande flessibilità
di mano d’opera, ora questo grande dinamismo che ha prodotto
l’industrializzazione dell’intera provincia ha esaurito ogni vitalità. Per
questo motivo Fano deve candidarsi per essere punto di riferimento del basso e
medio Metauro e del Cesano.
3- La qualità delle attività
economiche che il sistema locale produce.
Occorre quindi puntare ad altri soggetti
e fenomeni sociali capaci di produrre: DINAMISMO, MOBILITA’ SOCIALE E COESIONE.
Dobbiamo saper riconoscere, nella nuova società emersa a ridosso della crisi, le
nuove forze da sollecitare e sostenere, che realmente hanno fame di
cambiamento; contemporaneamente impedire che “pezzi” di società si sfaldino
riducendo la coesione e aumentando le tensioni interne.
Il Comune deve assurgere al compito
di organizzatore e regolatore del welfare della comunità.
Un welfare che misuri la città
sugli ultimi (a misura di bambino – di donna – di anziano – di immigrato …) perché
includere tutti è la prima garanzia strategica di sviluppo economico.
Nell’era dell’economia “della
conoscenza”, e di fronte alla profondità della crisi attuale, è fondamentale
che il welfare inizi dalla scuola, perché senza la conoscenza non si fanno
politiche serie.
Nei fatti, dobbiamo FAVORIRE
L’INNOVAZIONE DELLE IMPRESE, selezionando quelle che concretamente sono capaci
di organizzarsi in termini nuovi, con nuovi prodotti e nuovi processi.
Il Comune quindi, deve riqualificare
sé stesso e la propria organizzazione del lavoro e plasmare una burocrazia che
passi da soggetto semplicemente autorizzativo a soggetto che faciliti la
realizzazioni delle iniziative giudicate possibili, così da diventare vero
sportello unico impegnato a favorire le attività delle imprese.
Luca Stefanelli
Consigliere comunale e candidato PD alle Primarie a Sindaco di Fano
Fano, 11 ottobre 2013
Fano, 11 ottobre 2013
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