sabato 23 novembre 2013
venerdì 22 novembre 2013
Comunicato Stampa
CI VOGLIONO POLITICHE PROGRESSISTE E CORAGGIOSE
Per chiunque, lasciare un Partito che ha
contribuito a fondare, non è mai scelta facile.
Due anni fa, non avremmo mai pensato di essere i
precursori di "larghe intese" fatte alla luce del sole, senza
ambiguità di sorta, senza liste che "pescano" a destra e sinistra.
Le politiche delle Grandi coalizioni, devono
servire per un periodo, per fare sinergia e per affrontare con grande senso di
responsabilità una crisi, che la mia generazione non ha mai conosciuto.
È proprio la mia generazione che deve avere il
coraggio di guidare questo processo con coraggio e a testa alta.
È la mia
generazione che deve tornare a far sognare Fano.
Luca Stefanelli
Consigliere comunale e candidato a Sindaco della
città di Fano
Fano, 22 novembre 2013
mercoledì 6 novembre 2013
LE RESPONSABILITA'
SONO SOLO DEI DIRIGENTI DEL PD
E' ora di mettere le cose in fila
e fare un po' d'ordine nel caos di questi giorni.
Quello che sta succedendo ha
infatti un nome e un cognome: responsabilità e inconsistenza del Partito
Democratico, o meglio di quei dirigenti che hanno occupato ruoli e segreterie,
indebolendo la partecipazione, il confronto delle idee, la diversità come
occasione di confronto e di dialogo.
L'immobilismo di questo partito è
sotto gli occhi di tutti, così come l'abuso dei ruoli, l'antidemocrazia dei
metodi, la parzialità delle scelte e l'incapacità di leggere la città se non
attraverso personalismi e interessi di parte.
Sono state scelte coerenti, lo
ripeto, compiute nel rispetto della politica e di questa città.
Allora adesso, è troppo facile
fare finta di niente, non farsi mai un esame di coscienza e gridare al
tradimento, mentre è stata una precisa volontà di qualcuno arrivare a questa
situazione.
Aspetto idee chiare, programmi
concreti e non solo nomi di leader decisi a tavolino. Auspico un dialogo aperto
e franco.
Consigliere comunale
martedì 29 ottobre 2013
Luca Stefanelli ha lasciato il PdVideo Foto
È una decisione sofferta, dolorosa, pesante.
Luca ha lasciato il PD.
È una decisione sofferta, dolorosa, pesante.
È una decisione che merita alcune riflessioni, perché la scelta di Luca è la scelta di tanti giovani prima di lui. Ragazzi e ragazze che si erano avvicinati al PD e alla politica con il desiderio di dare un contributo, con la volontà di occuparsi della città, con il sogno di mettere in campo un modo sano di vivere l’impegno e la militanza politica. Lollo, Marina, Enrico, Tania, Elisa, Mattia, Alessandra, Nicola, Caterina, Barbara, io, e tanti altri… Storie e persone diverse, unite però da un afflato comune: rendere la politica un’occasione per vivere in un mondo migliore.
Perché tutto questo? Perché chi decide di impegnarsi mettendo a disposizione di un progetto politico la sua intelligenza, il suo entusiasmo, la sua voglia di fare, viene sistematicamente deluso e tradito? Perché il PD, che è un progetto meraviglioso sulla carta, non riesce a trovare una sua traduzione pratica e continua a lasciarsi travolgere da interessi personali, cattive pratiche e metodi scorretti?
Luca è mio marito, è vero, ma prima di essere mio marito era un compagno di partito, un amico con cui condividere idee, valori e un’idea di città più bella e sostenibile.
Ricordo l’entusiasmo del 2007, il congresso cittadino che ha visto Luca Capogruppo del PD, il lavoro serio e partecipato nella Coalizione Fano Vale, l’amarezza della sconfitta, e poi il congresso nazionale di partito che ha incoronato Bersani segretario… ricordo le iniziative, le discussioni, la stanchezza di organizzare al meglio le cose e l’enorme soddisfazione quando le cose andavano bene… eravamo in tanti, eravamo diversi, spesso avevamo posizioni contrastanti, a volte ci scontravamo, ma eravamo un gruppo fresco, entusiasta, onesto e libero.
È una decisione sofferta, dolorosa, pesante.
È una decisione che merita alcune riflessioni, perché la scelta di Luca è la scelta di tanti giovani prima di lui. Ragazzi e ragazze che si erano avvicinati al PD e alla politica con il desiderio di dare un contributo, con la volontà di occuparsi della città, con il sogno di mettere in campo un modo sano di vivere l’impegno e la militanza politica. Lollo, Marina, Enrico, Tania, Elisa, Mattia, Alessandra, Nicola, Caterina, Barbara, io, e tanti altri… Storie e persone diverse, unite però da un afflato comune: rendere la politica un’occasione per vivere in un mondo migliore.
Perché tutto questo? Perché chi decide di impegnarsi mettendo a disposizione di un progetto politico la sua intelligenza, il suo entusiasmo, la sua voglia di fare, viene sistematicamente deluso e tradito? Perché il PD, che è un progetto meraviglioso sulla carta, non riesce a trovare una sua traduzione pratica e continua a lasciarsi travolgere da interessi personali, cattive pratiche e metodi scorretti?
Luca è mio marito, è vero, ma prima di essere mio marito era un compagno di partito, un amico con cui condividere idee, valori e un’idea di città più bella e sostenibile.
Ricordo l’entusiasmo del 2007, il congresso cittadino che ha visto Luca Capogruppo del PD, il lavoro serio e partecipato nella Coalizione Fano Vale, l’amarezza della sconfitta, e poi il congresso nazionale di partito che ha incoronato Bersani segretario… ricordo le iniziative, le discussioni, la stanchezza di organizzare al meglio le cose e l’enorme soddisfazione quando le cose andavano bene… eravamo in tanti, eravamo diversi, spesso avevamo posizioni contrastanti, a volte ci scontravamo, ma eravamo un gruppo fresco, entusiasta, onesto e libero.
Poi le cose sono cambiate, sono iniziati gli scontri tra gli ex, è iniziata una dialettica nauseante tra i buoni e i cattivi, e la politica fanese si è ridotta a una diatriba sterile tra persone, tutte volte solo a criticarsi, a delegittimarsi e a farsi gratuitamente del male, con gravi sconfinamenti nelle vite private e professionali.
Marchegiani doveva essere la persona capace di riportare la politica al centro: un uomo intelligente e di esperienza, in grado di riaccendere gli entusiasmi e rendere tutti protagonisti di un nuovo progetto di città. Luca credeva in lui e come Luca, anche io e anche altri, abbiamo guardato la sua elezione come una grande occasione per il PD di Fano e per l’intera città.
Eppure, in questi mesi, Marchegiani ha messo in campo comportamenti poco democratici, ha abusato del suo ruolo inventandosi regolamenti e metodi non previsti dallo Statuto del PD, e soprattutto ha evitato di prendersi quelle responsabilità che gli competevano: organizzare la conferenza programmatica, costruire l’alleanza, stabilire una data per le Primarie di questa città. Appuntamenti, questi, che, come aveva ben puntualizzato in occasione della sua nomina a segretario, avrebbero dovuto occupare i mesi di settembre e di ottobre.
Allora è bene mettere le cose in ordine, in modo tale che i cittadini possano capire chi ha cercato il pretesto per arrivare a questa scelta dolorosa e difficile del consigliere Stefanelli.
A giugno, prima del congresso cittadino del PD, Marchegiani aveva assicurato: non ho intenzione di candidarmi, solo di fare il segretario.
A luglio, in occasione del congresso, nella relazione Marchegiani aveva preso un impegno molto preciso con gli iscritti: nei mesi di settembre metterò in campo la conferenza programmatica e costruirò l’alleanza, a metà di ottobre si svolgeranno le primarie di coalizione.
A fine agosto, Stefanelli aveva informato Marchegiani, invitandolo, della sua iniziativa dal titolo ConViviAmo Fano.
Il 6 settembre, Stefanelli aveva partecipato alla segreteria del PD dando assicurazioni che il suo lavoro voleva essere solo un contributo per il PD di Fano e che le discussioni non sarebbero uscite prima della conferenza programmatica.
L’8 settembre, Marchegiani aveva commentato sulla stampa: Stefanelli sta facendo un percorso parallelo.
Nei primi quindici giorni di settembre, Marchegiani aveva partecipato a una riunione presso il PD provinciale, insieme al segretario del PD di Pesaro e a quello di Urbino in cui il segretario organizzativo provinciale Gostoli aveva ribadito che, per partecipare alle primarie di coalizione, gli iscritti al Pd dovevano rispettare l’articolo 18 dello Statuto, ossia raccogliere le firme necessarie tra gli iscritti.
Il giorno 26 settembre, Marchegiani inviava una lettera a tutti gli iscritti del PD in cui proponeva una consultazione interna all’assemblea comunale per la scelta del candidato sindaco del PD. Scelta che contraddiceva e viola in modo molto grave l’articolo 18 dello Statuto Nazionale e l’articolo 21 dello Statuto Regionale, perché non si possono usare ampie forme di consultazione per la scelta dei candidati a Sindaco e l’unico regolamento valido è quello statutario.
I primi di ottobre, Stefanelli chiede a Marchegiani un appuntamento per chiarire la situazione. Marchegiani gli risponde di andare nel suo studio. Stefanelli ribadisce che vuole parlare con il segretario del PD, non con l’architetto, e lo invita a prendere un caffè in piazza in modo da discutere apertamente, senza fraintendimenti o errate interpretazioni. Marchigiani rifiuta, sottolineando che l’unica sede seria in cui parlare è il partito.
Il 15 ottobre, si svolge l’invenzione tutta fanese delle consultazione dell’assemblea comunale e Marchegiani, unico candidato, viene eletto candidato a sindaco del PD con il 75% dei voti.
Il 16 ottobre, la segreteria del PD di Fano, comunica alla stampa che l’unico candidato del PD alle Primarie di Coalizione è Stefano Marchegiani.
Il 16 di ottobre, nonostante tutto, Stefanelli esulta alla doppia candidatura sostenendo che così il PD è più vero e può rappresentare tutte le anime. Anzi, definisce le future Primarie, una festa della Democrazia e richiede al segretario un impegno per date e regole certe.
Il 24 ottobre, Marchegiani annuncia che convocherà il tavolo della coalizione in cui parteciperanno i segretari di partito e i candidati Marchegiani, Seri e Mascarin.
Il 25 ottobre, Marchegiani partecipa alla riunione del circolo di Pontesasso-Marotta e afferma pubblicamente che le firme di Stefanelli non valgono niente.
Il 28 ottobre, Marchegiani, intervistato da Fano Informa, commenta: “Io non ho mai detto che i moduli di Stefanelli sono fasulli”.
Oggi Marchegiani dice che Luca ha cercato un pretesto per uscire dal PD e ieri ha festeggiato, insieme ad altri, l’ennesima risorsa che se ne va da questo partito.
Marta Costantini
Marchegiani doveva essere la persona capace di riportare la politica al centro: un uomo intelligente e di esperienza, in grado di riaccendere gli entusiasmi e rendere tutti protagonisti di un nuovo progetto di città. Luca credeva in lui e come Luca, anche io e anche altri, abbiamo guardato la sua elezione come una grande occasione per il PD di Fano e per l’intera città.
Eppure, in questi mesi, Marchegiani ha messo in campo comportamenti poco democratici, ha abusato del suo ruolo inventandosi regolamenti e metodi non previsti dallo Statuto del PD, e soprattutto ha evitato di prendersi quelle responsabilità che gli competevano: organizzare la conferenza programmatica, costruire l’alleanza, stabilire una data per le Primarie di questa città. Appuntamenti, questi, che, come aveva ben puntualizzato in occasione della sua nomina a segretario, avrebbero dovuto occupare i mesi di settembre e di ottobre.
Allora è bene mettere le cose in ordine, in modo tale che i cittadini possano capire chi ha cercato il pretesto per arrivare a questa scelta dolorosa e difficile del consigliere Stefanelli.
A giugno, prima del congresso cittadino del PD, Marchegiani aveva assicurato: non ho intenzione di candidarmi, solo di fare il segretario.
A luglio, in occasione del congresso, nella relazione Marchegiani aveva preso un impegno molto preciso con gli iscritti: nei mesi di settembre metterò in campo la conferenza programmatica e costruirò l’alleanza, a metà di ottobre si svolgeranno le primarie di coalizione.
A fine agosto, Stefanelli aveva informato Marchegiani, invitandolo, della sua iniziativa dal titolo ConViviAmo Fano.
Il 6 settembre, Stefanelli aveva partecipato alla segreteria del PD dando assicurazioni che il suo lavoro voleva essere solo un contributo per il PD di Fano e che le discussioni non sarebbero uscite prima della conferenza programmatica.
L’8 settembre, Marchegiani aveva commentato sulla stampa: Stefanelli sta facendo un percorso parallelo.
Nei primi quindici giorni di settembre, Marchegiani aveva partecipato a una riunione presso il PD provinciale, insieme al segretario del PD di Pesaro e a quello di Urbino in cui il segretario organizzativo provinciale Gostoli aveva ribadito che, per partecipare alle primarie di coalizione, gli iscritti al Pd dovevano rispettare l’articolo 18 dello Statuto, ossia raccogliere le firme necessarie tra gli iscritti.
Il giorno 26 settembre, Marchegiani inviava una lettera a tutti gli iscritti del PD in cui proponeva una consultazione interna all’assemblea comunale per la scelta del candidato sindaco del PD. Scelta che contraddiceva e viola in modo molto grave l’articolo 18 dello Statuto Nazionale e l’articolo 21 dello Statuto Regionale, perché non si possono usare ampie forme di consultazione per la scelta dei candidati a Sindaco e l’unico regolamento valido è quello statutario.
I primi di ottobre, Stefanelli chiede a Marchegiani un appuntamento per chiarire la situazione. Marchegiani gli risponde di andare nel suo studio. Stefanelli ribadisce che vuole parlare con il segretario del PD, non con l’architetto, e lo invita a prendere un caffè in piazza in modo da discutere apertamente, senza fraintendimenti o errate interpretazioni. Marchigiani rifiuta, sottolineando che l’unica sede seria in cui parlare è il partito.
Il 15 ottobre, si svolge l’invenzione tutta fanese delle consultazione dell’assemblea comunale e Marchegiani, unico candidato, viene eletto candidato a sindaco del PD con il 75% dei voti.
Il 16 ottobre, la segreteria del PD di Fano, comunica alla stampa che l’unico candidato del PD alle Primarie di Coalizione è Stefano Marchegiani.
Il 16 di ottobre, nonostante tutto, Stefanelli esulta alla doppia candidatura sostenendo che così il PD è più vero e può rappresentare tutte le anime. Anzi, definisce le future Primarie, una festa della Democrazia e richiede al segretario un impegno per date e regole certe.
Il 24 ottobre, Marchegiani annuncia che convocherà il tavolo della coalizione in cui parteciperanno i segretari di partito e i candidati Marchegiani, Seri e Mascarin.
Il 25 ottobre, Marchegiani partecipa alla riunione del circolo di Pontesasso-Marotta e afferma pubblicamente che le firme di Stefanelli non valgono niente.
Il 28 ottobre, Marchegiani, intervistato da Fano Informa, commenta: “Io non ho mai detto che i moduli di Stefanelli sono fasulli”.
Oggi Marchegiani dice che Luca ha cercato un pretesto per uscire dal PD e ieri ha festeggiato, insieme ad altri, l’ennesima risorsa che se ne va da questo partito.
Marta Costantini
LUCA STEFANELLI E IL PD
Ci sarà chi avrà fatto spallucce all'annuncio che Luca Stefanelli abbandona il Pd, e chi ne sarà stato addirittura felice. Mi dicono -ma certo sono malignità- che qualcuno abbia perfino stappato una bottiglia per festeggiare l'abbandono.
Del resto, non faccio fatica a immaginare che in un Pd c...
Ci sarà chi avrà fatto spallucce all'annuncio che Luca Stefanelli abbandona il Pd, e chi ne sarà stato addirittura felice. Mi dicono -ma certo sono malignità- che qualcuno abbia perfino stappato una bottiglia per festeggiare l'abbandono.
Del resto, non faccio fatica a immaginare che in un Pd c...
he invece di fare attività politica, si concentra su bizantinismi e burocratismi di vario genere, come la validità dei moduli su cui Luca aveva raccolto le firme di candidatura a sindaco (moduli, peraltro, scaricati dal sito del Pd nazionale), ci possa essere più d'uno che abbia tirato un sospiro di sollievo all'idea che non ci sia più tra le scatole un soggetto che era un giorno sì e l'altro pure sulla stampa, che surclassava il segretario nei sondaggi e che aveva deciso da mesi di candidarsi a sindaco.
Diciamo subito che a me Luca Stefanelli è simpatico come persona, ma che quasi mai le sue idee mi andavano a genio.
Ho trovato fuori luogo quell'invito a prendere un caffè in piazza al segretario Marchegiani, fuori luogo la sua corsa per vincere il sondaggio online, e fuori luogo il fatto che si sia prestato ad "invecchiare" in una iniziativa sponsorizzata da un centro medico, come se la politica si riducesse a una televendita.
Se avesse corso alle primarie del centrosinistra come candidato sindaco, non lo avrei votato. Però Luca ha coraggio, ama confrontarsi con i cittadini, e al chiuso delle segreterie preferisce la piazza. Non è poco, se pensiamo all'immobilismo del Pd di Fano, a parte una manciata di iniziative di qualche bravo e attivo segretario di circolo.
Simpatico o no, condivisibile in tutto o in parte la sua linea politica, rimane il fatto che l'uscita dal Pd di Luca Stefanelli è di una gravità assoluta.
Luca era un pezzo del Partito democratico, e i consensi che raccoglieva, pochi o tanti che fossero, erano parte dell'elettorato del Pd.
Forse c'è chi si autoconsola pensando che il partito Democratico goda di largo e consolidato consenso fra gli elettori fanesi.
Si aprano gli occhi: non è così, e le uniche energie nuove le hanno portate il piccolo gruppo di persone entrate nell'assemblea comunale con Gianluca Ruscitti. Dei voti di Stefanelli avremmo avuto bisogno come l'ossigeno.
Non solo, ma a Fano il vero e unico "renziano" è proprio lui. Gli altri, quelli che si autonominano "renziani", non sono neanche l'ombra tiepida della "renzi-philosophy" . È Luca, invece, che più di altri ha saputo avvalersi di tecniche efficaci di comunicazione politica, è lui che ha capito che per vincere occorreva guardare all'elettorato moderato del centrodestra, è lui l'unico che è riuscito a far politica fuori dalle sedi del partito.
Luca ha creduto che il Pd incarnasse un grande progetto riformista e innovativo di centrosinistra che potesse cambiare l'Italia e le nostre città. Poteva non piacere come Luca interpretasse questo progetto -a me ad esempio, non piaceva- ma se siamo Democratici allora dobbiamo essere consapevoli che il Pd nasce proprio come pluralità di voci, non riducibili a una semplificazione superficiale che faccia comodo alla classe dirigente del momento.
Nel 1921, Lenin scrisse un famoso articolo sulla Pravda che inneggiava all'epurazione interna. È evidente che anche dentro il Pd, oggi qualcuno mantiene la medesima logica: l'ortodossia va difesa sempre e comunque. Peccato che invece dei sacri valori del socialismo, qui si difendano poltrone, poltroncine e seggioloni.
Ma il Pd è un'altra cosa. Non è la fotocopia dei Ds, come qualche nostalgico si ostina a pensare, ma non è neanche il luogo delle correnti della vecchia Dc, come crede qualche improbabile "renziano" di casa nostra che corre alla Leopalda ad applaudire alle primarie e al partito aperto, mentre nella sede di via Puccini a Fano si trincera dietro la burocrazia delle regole pur di non far votare i nuovi iscritti 2013, come accaduto per l'elezione del segretario comunale del Pd fanese.
Il Partito Democratico non è il partito delle minoranze dure e pure, ma è un grande luogo di incontro di più culture riformiste che accettano la sfida dello stare insieme. Non è forza vocata all'opposizione, ma partito che nasce con una precisa vocazione maggioritaria e di governo.
Il Pd è questo, non altro. Non è una invenzione mia o di chissà chi. Lo recita a chiare lettere l'articolo 6 dello Statuto nazionale:"Il Partito Democratico riconosce e rispetta il pluralismo delle opzioni culturali e delle posizioni politiche al suo interno come parte essenziale della sua vita democratica (...)".
E allora chi pensa che le idee e le azioni di Luca Stefanelli non stiano dentro il Pd, dovrebbe semplicemente impararsi a memoria lo Statuto del partito, farsi un po' di psicoterapia per rendersi conto che il muro di Berlino è caduto e che non milita più nel Pci o nella Dc, e infine dovrebbe chiedersi se ha scelto il partito giusto, lui e non Luca, perché il Pd era anche Luca Stefanelli e le pretese di chi avrebbe voluto cacciarlo, così come le azioni di chi ha fatto di tutto perché se ne andasse, sono responsabilità politiche ben precise di cui, prima o poi, qualcuno -forse gli elettori- chiederà ragione.
Diciamo subito che a me Luca Stefanelli è simpatico come persona, ma che quasi mai le sue idee mi andavano a genio.
Ho trovato fuori luogo quell'invito a prendere un caffè in piazza al segretario Marchegiani, fuori luogo la sua corsa per vincere il sondaggio online, e fuori luogo il fatto che si sia prestato ad "invecchiare" in una iniziativa sponsorizzata da un centro medico, come se la politica si riducesse a una televendita.
Se avesse corso alle primarie del centrosinistra come candidato sindaco, non lo avrei votato. Però Luca ha coraggio, ama confrontarsi con i cittadini, e al chiuso delle segreterie preferisce la piazza. Non è poco, se pensiamo all'immobilismo del Pd di Fano, a parte una manciata di iniziative di qualche bravo e attivo segretario di circolo.
Simpatico o no, condivisibile in tutto o in parte la sua linea politica, rimane il fatto che l'uscita dal Pd di Luca Stefanelli è di una gravità assoluta.
Luca era un pezzo del Partito democratico, e i consensi che raccoglieva, pochi o tanti che fossero, erano parte dell'elettorato del Pd.
Forse c'è chi si autoconsola pensando che il partito Democratico goda di largo e consolidato consenso fra gli elettori fanesi.
Si aprano gli occhi: non è così, e le uniche energie nuove le hanno portate il piccolo gruppo di persone entrate nell'assemblea comunale con Gianluca Ruscitti. Dei voti di Stefanelli avremmo avuto bisogno come l'ossigeno.
Non solo, ma a Fano il vero e unico "renziano" è proprio lui. Gli altri, quelli che si autonominano "renziani", non sono neanche l'ombra tiepida della "renzi-philosophy" . È Luca, invece, che più di altri ha saputo avvalersi di tecniche efficaci di comunicazione politica, è lui che ha capito che per vincere occorreva guardare all'elettorato moderato del centrodestra, è lui l'unico che è riuscito a far politica fuori dalle sedi del partito.
Luca ha creduto che il Pd incarnasse un grande progetto riformista e innovativo di centrosinistra che potesse cambiare l'Italia e le nostre città. Poteva non piacere come Luca interpretasse questo progetto -a me ad esempio, non piaceva- ma se siamo Democratici allora dobbiamo essere consapevoli che il Pd nasce proprio come pluralità di voci, non riducibili a una semplificazione superficiale che faccia comodo alla classe dirigente del momento.
Nel 1921, Lenin scrisse un famoso articolo sulla Pravda che inneggiava all'epurazione interna. È evidente che anche dentro il Pd, oggi qualcuno mantiene la medesima logica: l'ortodossia va difesa sempre e comunque. Peccato che invece dei sacri valori del socialismo, qui si difendano poltrone, poltroncine e seggioloni.
Ma il Pd è un'altra cosa. Non è la fotocopia dei Ds, come qualche nostalgico si ostina a pensare, ma non è neanche il luogo delle correnti della vecchia Dc, come crede qualche improbabile "renziano" di casa nostra che corre alla Leopalda ad applaudire alle primarie e al partito aperto, mentre nella sede di via Puccini a Fano si trincera dietro la burocrazia delle regole pur di non far votare i nuovi iscritti 2013, come accaduto per l'elezione del segretario comunale del Pd fanese.
Il Partito Democratico non è il partito delle minoranze dure e pure, ma è un grande luogo di incontro di più culture riformiste che accettano la sfida dello stare insieme. Non è forza vocata all'opposizione, ma partito che nasce con una precisa vocazione maggioritaria e di governo.
Il Pd è questo, non altro. Non è una invenzione mia o di chissà chi. Lo recita a chiare lettere l'articolo 6 dello Statuto nazionale:"Il Partito Democratico riconosce e rispetta il pluralismo delle opzioni culturali e delle posizioni politiche al suo interno come parte essenziale della sua vita democratica (...)".
E allora chi pensa che le idee e le azioni di Luca Stefanelli non stiano dentro il Pd, dovrebbe semplicemente impararsi a memoria lo Statuto del partito, farsi un po' di psicoterapia per rendersi conto che il muro di Berlino è caduto e che non milita più nel Pci o nella Dc, e infine dovrebbe chiedersi se ha scelto il partito giusto, lui e non Luca, perché il Pd era anche Luca Stefanelli e le pretese di chi avrebbe voluto cacciarlo, così come le azioni di chi ha fatto di tutto perché se ne andasse, sono responsabilità politiche ben precise di cui, prima o poi, qualcuno -forse gli elettori- chiederà ragione.
Giovanni Belfiori
lunedì 28 ottobre 2013
giovedì 24 ottobre 2013
mercoledì 23 ottobre 2013
Luca Stefanelli su Marotta unita: "Atteggiamento dei Consiglieri regionali è una mancanza di rispetto istituzionale"
23/10/13 12:19 Fano (PU) - Il candidato sindaco Luca Stefanelli interviene sulla nuova proposta di referendum pro Marotta Unita: “Apprendo con stupore – afferma Stefanelli - la notizia del nuovo referendum per l'unificazione di Marotta. Mi lascia allibito l'accelerazione che la Regione Marche ha voluto imprimere ad una questione così importante e delicata”. “Censuro senza mezzi termini - continua Stefanelli - l'atteggiamento di quei consiglieri regionali del mio partito che, come sulla questione del biogas, sono rimasti sordi davanti alle istanze del consiglio comunale di Fano e dei cittadini. La ritengo una grave mancanza di rispetto istituzionale, cosa che mi fa sentire sempre più lontano dalle dinamiche e dalla mancanza di dialogo all'interno del partito democratico. Da subito ho manifestato la mia disponibilità al Sindaco Aguzzi nell'appoggiare qualsiasi azione volta a difendere l'unità territoriale del nostro Comune”.
Redazione Fanoinforma.it
23/10/13 12:19 Fano (PU) - Il candidato sindaco Luca Stefanelli interviene sulla nuova proposta di referendum pro Marotta Unita: “Apprendo con stupore – afferma Stefanelli - la notizia del nuovo referendum per l'unificazione di Marotta. Mi lascia allibito l'accelerazione che la Regione Marche ha voluto imprimere ad una questione così importante e delicata”. “Censuro senza mezzi termini - continua Stefanelli - l'atteggiamento di quei consiglieri regionali del mio partito che, come sulla questione del biogas, sono rimasti sordi davanti alle istanze del consiglio comunale di Fano e dei cittadini. La ritengo una grave mancanza di rispetto istituzionale, cosa che mi fa sentire sempre più lontano dalle dinamiche e dalla mancanza di dialogo all'interno del partito democratico. Da subito ho manifestato la mia disponibilità al Sindaco Aguzzi nell'appoggiare qualsiasi azione volta a difendere l'unità territoriale del nostro Comune”.
Redazione Fanoinforma.it
domenica 20 ottobre 2013
mercoledì 16 ottobre 2013
Comunicato Stampa
DA OGGI LA MIA CANDIDATURA E’ PIU’ FORTE
Molto positivo il risultato dell’assemblea comunale di ieri
sera, perché dimostra che il segretario Marchegiani non è il segretario di
tutti, ma rappresenta solo quella parte di dirigenti legata a Minardi e
Renzoni.
Io l’avevo detto da tempo e ora i numeri lo dimostrano: il
25% del gruppo dirigente fanese non sostiene la candidatura di Marchegiani e
tra questi si contano presenze importanti.
D’altra parte , lo ripeto, io non ho la pretesa di
rappresentare tutto il Partito, ma oggi più che mai, la mia candidatura è forte
e sottoscritta da tanta gente.
Sono stanco delle polemiche e delle continue invenzioni per
non legittimare la mia presenza. È ora che il PD costruisca l’alleanza e metta
tutti i candidati del centro sinistra intorno a un tavolo, per elaborare un
Regolamento che dia tempi certi allo svolgimento delle Primarie di coalizione,
e per condividere un’idea nuova di città e diventare così interlocutori seri e
affidabili per la nostra comunità.
Da parte mia, continuerò il lavoro tra la gente, come sto
facendo da tempo, e porterò avanti le mie idee per rendere Fano più bella e
vivibile. Mi auguro che Marchegiani possa mantenere la lucidità che il ruolo di
segretario del Pd fanese gli impone, senza strumentalizzazioni o parzialità di
sorta. Altrimenti, faccia un passo indietro e si concentri solo sulla sua candidatura.
Con due candidati il PD è più forte e più credibile. Con due
candidati, si possono mettere in campo più risorse, un dialogo aperto e
coinvolgente, più democrazia.
Ovviamente, è importante che tutti i candidati siano limpidi
e disinteressati agli occhi della nostra comunità. Dico questo perché,
fedelmente al Codice Etico del partito in cui milito e credo (articolo 3, comma
b), è fondamentale “rinunciare o
astenersi dall’assumere incarichi monocratici qualora, a causa del ruolo
ricoperto in imprese, associazioni, enti o fondazioni, aventi scopo di lucro o
titolarità prevalente di interessi economico-finanziari, possa configurarsi un
conflitto di interessi tale da condizionare i propri comportamenti”.
Luca Stefanelli
Fano, 16 ottobre 2013
martedì 15 ottobre 2013
lunedì 14 ottobre 2013
La lettera che Marchegiani ha inviato agli iscritti del Partito, con tutto il rispetto per gli iscritti, rappresenta una grave violazione delle regole dello statuto del PD, perché l'assemblea comunale non può esprimere nessun candidato con nessun tipo di consultazione interna.
Personalmente, per rispetto del Partito in cui credo e milito, non prenderò parte all' assemblea del 15 ottobre, convocata per esprimere a voto segreto il candidato PD alle primarie.
Non parteciperò per rispetto delle regole democratiche dello statuto e per rispetto degli iscritti che hanno firmato la mia candidatura.
Io sono un candidato del Pd alle primarie di colazione e se ci saranno altri candidati, ben vengano.
Così le primarie saranno realmente una bella festa democratica.
Luca Stefanelli
Consigliere comunale e candidato PD alle Primarie a Sindaco di Fano
Fano, 14 ottobre 2013
Personalmente, per rispetto del Partito in cui credo e milito, non prenderò parte all' assemblea del 15 ottobre, convocata per esprimere a voto segreto il candidato PD alle primarie.
Non parteciperò per rispetto delle regole democratiche dello statuto e per rispetto degli iscritti che hanno firmato la mia candidatura.
Io sono un candidato del Pd alle primarie di colazione e se ci saranno altri candidati, ben vengano.
Così le primarie saranno realmente una bella festa democratica.
Luca Stefanelli
Consigliere comunale e candidato PD alle Primarie a Sindaco di Fano
Fano, 14 ottobre 2013
Comunicazione
Al segretario del Pd di Fano Stefano Marchegiani
con richiesta di darne lettura ai componenti dell’Assemblea
Comunale PD
Agli organi di informazione
Non partecipo perché questa serata è una pura invenzione e
contraddice le regole democratiche del Partito in cui milito e credo.
Non partecipo perché io, nel rispetto dello Statuto
Nazionale e Regionale, ho raccolto le firme necessarie per concorrere alle
Primarie.
Che questa serata sia un’invenzione, non lo dico io, ma lo
Statuto Nazionale del PD; per questo allego a questa mia comunicazione una nota
che ne spiega dettagliatamente le ragioni.
Ribadisco che partecipo alle Primarie di Coalizione come
candidato del PD e se Marchegiani vuole concorrere, raccolga le firme
necessarie (35% dell’Assemblea Comunale o 20% degli iscritti).
Luca Stefanelli
Grave violazione delle regole statutarie
Nella lettera firmata da
Marchegiani in data 26 settembre 2013 e indirizzata a tutti gli iscritti del
Partito di Fano sono contenute alcune gravi violazioni dello Statuto Nazionale
del Partito Democratico che non possono essere trascurate:
1.
Marchegiani
scrive: L’assemblea ha discusso anche in
merito alle regole per la designazione del candidato Sindaco del PD sia in caso
di primarie di coalizione sia nel caso che queste non vengano effettuate come
sancito nell’art. 18 dello Statuto del Partito.
Questa
affermazione viola lo Statuto Nazionale e Regionale del Partito Democratico per
le seguenti ragioni:
a)
L’assemblea non può discutere in merito alle
regole per la designazione del candidato Sindaco del PD perché le regole dello
Statuto Nazionale e dello Statuto Regionale non conferiscono alcun potere di
questo tipo a nessuna assemblea.
L’articolo 18 dello Statuto Nazionale
è chiaro e incontrovertibile e norma: le primarie di coalizione al comma 3 (Nel caso di primarie di
coalizione, gli iscritti al Partito Democratico possono avanzare la loro
candidatura qualora essa sia stata sottoscritta da almeno il trentacinque per
cento dei componenti dell’Assemblea del livello territoriale corrispondente,
ovvero, da almeno il venti per cento degli iscritti nel relativo ambito
territoriale),
le primarie di
Partito al comma 5 (Nel caso di primarie di partito, la candidatura a Sindaco, Presidente di
Provincia e Presidente di Regione può essere avanzata con il sostegno del dieci
per cento dei componenti della Assemblea del relativo livello territoriale,
ovvero con un numero di sottoscrizioni pari almeno al tre per cento degli
iscritti nel relativo ambito territoriale).
Lo Statuto Regionale delle Marche,
invece, nell’articolo 21, comma 6 (alle primarie si
applicano le disposizioni dello Statuto Nazionale del Partito Democratico)., rimanda allo Statuto Nazionale.
b) Marchegiani confonde (e
questo è estremamente grave perché all’art.5 comma 14 dello Statuto Regionale
stabilisce che in caso di Primarie “compete al Segretario dell’Unione Comunale
l’indizione delle elezioni primarie comunali e, unitamente con i sottoscrittori
di eventuali Accordi di coalizione, l’indizione delle primarie di coalizione”
senza inventarsi altri regolamenti o norme arbitrarie e personali) tra
primarie e ampie forme di consultazione, due metodi entrambi previsti dallo Statuto
Nazionale e da quello Regionale del PD,
ma diversi a seconda delle scelte da compiere. Il che significa che non si
possono usare le ampie forme di consultazione per la scelta dei candidati alle
cariche monocratiche di governo.
È lo Statuto Regionale
del PD delle Marche il più chiaro in tal
senso, avendo dedicato un intero articolo, l’articolo 21 dal titolo “elezioni
primarie ed ampie forme di consultazione”, alla definizione della differenza
tra i due metodi di selezione dei candidati.
Ecco i comma che ci
interessano:
- comma 2: Per primarie si intendono le elezioni che hanno ad oggetto la
scelta dei candidati a cariche istituzionali monocratiche elettive. Per ampie forme di
consultazione si intendono quelle in cui gli iscritti sono chiamati ad esprimere
la loro indicazione per cariche elettive assembleari.
- Comma 13: La selezione delle candidature per le assemblee
rappresentative (Consiglio Regionale Consiglio Provinciale, Consiglio Comunale,
Consigli di Circoscrizione) avviene attraverso ampie forme di
consultazione democratica in cui gli
iscritti sono chiamati ad esprimere le loro indicazioni con un voto unico di
preferenza fra i candidati. Le indicazioni derivanti da tali consultazioni non
sono vincolanti ai fini della proposta che dovrà poi avanzare il Segretario del
livello territoriale competente all’Assemblea di riferimento, in quanto si
dovrà tener conto che le liste dovranno essere composte garantendo il rispetto
dei generi, dei territori e la rappresentatività delle categorie sociali.
c) L’assemblea
comunale può per Statuto votare solo il Regolamento per lo svolgimento delle Primarie di Coalizione, norma questa disciplinata dallo Statuto
Nazionale, Articolo
18, comma 2 (Il Regolamento per lo
svolgimento delle primarie di coalizione, definito d’intesa con le forze
politiche alleate, è approvato con i voti favorevoli della maggioranza assoluta
dei componenti della Direzione del Partito Democratico del livello territoriale
corrispondente. Tale Regolamento stabilisce le norme per l’esercizio del
diritto di voto, le modalità e i tempi per la presentazione delle candidature e
la convocazione della consultazione, disciplina la competizione per la fase che
va dalla presentazione delle candidature alle elezioni, fissa modalità rigorose
di registrazione dei votanti e di svolgimento delle operazioni di voto).
2.
Marchegiani
scrive: Nelle more del dibattito in corso
l’Assemblea, accettando totalmente lo Statuto nazionale del quale non si è
chiesta alcuna deroga, all’unanimità ha ritenuto di procedere intanto
all’individuazione di un candidato a Sindaco del PD individuando nell’Unione
comunale l’organismo competente mediante
scrutinio segreto e con le modalità qui di seguito descritte.
Questa affermazione, ancora più della
prima, viola lo Statuto Nazionale in modo molto grave e mentre lo afferma, lo
contraddice in pieno.
a)
se lo si
accetta totalmente e non si intende chiedere alcuna deroga, occorre solo
rispettare l’articolo 18.
b)
se
lo si accetta totalmente e non si intende chiedere alcuna regola, non si può
assolutamente ritenere di procedere all’individuazione di un candidato a
Sindaco del Pd perché sia lo Statuto Nazionale
(articolo 18 comma 7: Non si svolgono le elezioni primarie di coalizione
o di partito nel caso in cui, nei tempi prescritti dal Regolamento, di cui il
comma 2, sia stata avanzata una sola candidatura alla carica oggetto di
selezione. Tale candidatura diventa automaticamente quella del PD alle elezioni.), sia quello
Regionale (articolo
22, comma 5: Non si svolgono elezioni
primarie nel caso in cui sia stata avanzata una sola candidatura alla carica oggetto di selezione) sono
molto chiari nel regolamentare solo primarie aperte a tutti gli elettori del
centrosinistra a meno che, nei tempi prescritti dal regolamento, non sia stata
avanzata una sola candidatura.
c)
Se lo si accetta totalmente e non si
intende chiede alcuna deroga, non si possono attribuire all’Unione Comunale
competenze e poteri che lo Statuto non gli conferisce (oltre a votare il
Regolamento per le primarie di coalizione, all’Unione comunale compete, come
sancito dallo Statuto Regionale, articolo 5, comma 2, la scelta delle candidature a consigliere comunale
e la selezione e proposta di quelle del livello sovra comunale)
3. Pertanto, il resto della lettera è pura
invenzione e fantasia e stupisce che un Segretario a cui per Statuto (Statuto Regionale, Articolo 5, comma 14),
compete di
rispettare quanto stabilito dagli organi nazionali, regionali e
provinciali”, possa arbitrariamente
violare lo Statuto nazionale e lo Statuto Regionale che rappresentano l’unica
garanzia democratica del Partito Democratico, e inventarsi regole a suo favore.
Luca Stefanelli
Consigliere comunale PD e Candidato
alle Primarie a Sindaco
Fano 14 ottobre 2013
venerdì 11 ottobre 2013
LAVORO
Ho detto tante volte che delle nostre difficoltà interne non interessa a nessuno, ho ripetuto in tante occasioni che per mettere in campo una politica seria occorre ripartire dalla città. Per questa ragione, inizierò a parlare della questione più seria e urgente per la nostra comunità: il lavoro.
Con la speranza di aprire un dibattito con gli attori economici, sociali ed i cittadini, al fine di trovare le risposte più adeguate alla crisi che stiamo vivendo e ridare speranza e futuro alla nostra città. Chiunque di voi desideri interloquire con me, non esiti a contattarmi:
In un panorama come quello attuale che vede la
nostra economia, nazionale e locale, inginocchiata sotto i colpi di una crisi paralizzante,
è necessario individuare i punti che consentono di porre le basi per una
rinascita economica e sociale; affinché venga restituita dignità alla comunità come
al singolo.
Tre sono i focus su cui concentrare la nostra attenzione:
1- Le modalità di incontro tra domanda
ed offerta di lavoro.
L’obiettivo è quello di rendere il
servizio per il lavoro un punto di monitoraggio attento alle dinamiche per cui
nasce e si contraddistingue: da una parte, quindi, attenzione a quelle che sono
le richieste specifiche delle imprese (settore, qualifica, tipologia, rapporto
di lavoro, genere, età); dall’altra, considerazione di ciò che attiene a quelle
che sono le qualità ed i risultati del sistema scolastico, formativo e
personale (tasso attività, uomini/donne, locali/stranieri, giovani/anziani).
2- La quantità di lavoro che il
sistema riesce a creare.
Le politiche del Comune diventano
leve non secondarie per un intervento strategico a favore della quantità e
qualità dello sviluppo. A questo fine vanno esplicitati alcuni scenari a cui
fare riferimento: se, fino ad oggi, le “vallate” hanno segnato caratteri
specifici di sviluppo locale fornendo industrializzazione, grande mobilità
sociale, disponibilità a mettersi in gioco, solido welfare locale e grande flessibilità
di mano d’opera, ora questo grande dinamismo che ha prodotto
l’industrializzazione dell’intera provincia ha esaurito ogni vitalità. Per
questo motivo Fano deve candidarsi per essere punto di riferimento del basso e
medio Metauro e del Cesano.
3- La qualità delle attività
economiche che il sistema locale produce.
Occorre quindi puntare ad altri soggetti
e fenomeni sociali capaci di produrre: DINAMISMO, MOBILITA’ SOCIALE E COESIONE.
Dobbiamo saper riconoscere, nella nuova società emersa a ridosso della crisi, le
nuove forze da sollecitare e sostenere, che realmente hanno fame di
cambiamento; contemporaneamente impedire che “pezzi” di società si sfaldino
riducendo la coesione e aumentando le tensioni interne.
Il Comune deve assurgere al compito
di organizzatore e regolatore del welfare della comunità.
Un welfare che misuri la città
sugli ultimi (a misura di bambino – di donna – di anziano – di immigrato …) perché
includere tutti è la prima garanzia strategica di sviluppo economico.
Nell’era dell’economia “della
conoscenza”, e di fronte alla profondità della crisi attuale, è fondamentale
che il welfare inizi dalla scuola, perché senza la conoscenza non si fanno
politiche serie.
Nei fatti, dobbiamo FAVORIRE
L’INNOVAZIONE DELLE IMPRESE, selezionando quelle che concretamente sono capaci
di organizzarsi in termini nuovi, con nuovi prodotti e nuovi processi.
Il Comune quindi, deve riqualificare
sé stesso e la propria organizzazione del lavoro e plasmare una burocrazia che
passi da soggetto semplicemente autorizzativo a soggetto che faciliti la
realizzazioni delle iniziative giudicate possibili, così da diventare vero
sportello unico impegnato a favorire le attività delle imprese.
Luca Stefanelli
Consigliere comunale e candidato PD alle Primarie a Sindaco di Fano
Fano, 11 ottobre 2013
Fano, 11 ottobre 2013
giovedì 10 ottobre 2013
Vorrei dedicare questa giornata ad un caro amico e compagno scomparso ormai un anno fa, Massimo Vannucci, omaggiando il suo ricordo attraverso le parole di Oriano Giovanelli.
http://www.orianogiovanelli.it/massimo-vannucci-un-anno-fa/
http://www.orianogiovanelli.it/massimo-vannucci-un-anno-fa/
Massimo Vannucci, un anno fa
Se la paura era l’oblio…la paura si è dissolta in un ricordo continuo, sentito, sincero.
Dal diploma di benemerenza riconosciuto dalla prestigiosissima Accademia Raffaello ai suoi familiari; al premio Massimo Vannucci per la ricerca medico scientifica in ambito termalistico; dalla piazza a lui intitolata davanti al teatro Battelli per cui tanto si adoperò da sindaco, alla targa posta a fianco di quella all’on. Battelli al liceo di Sassocorvaro in occasione del premio Pasquale Rotondi che Massimo aveva fatto riconoscere come iniziativa di valore nazionale con una legge apposita. Vannucci e Battelli un binomio che a Massimo piaceva molto e lo inorgogliva perché la sua Macerata Feltria non esprimeva un parlamentare dal 1913 proprio in occasione dell’ultima elezione di Angelo Battelli nel collegio di Urbino.
Battelli rigoroso e fervente repubblicano, Vannucci rigoroso e fervente servitore delle istituzioni della cui assidua dedizione vi è e rimarrà chiara memoria in commissione bilancio, in aula e negli uffici del gruppo.
Il ruolo politico del parlamentare, a detta di tanti, si confaceva particolarmente alla sua personalità. Lo studio degli atti, l’assidua e fattiva partecipazione ai lavori di commissione, gli interventi in aula sempre appropriati e accuratamente preparati, l’interlocuzione rispettosa con le altre componenti politiche e con il governo, la capacità di mantenere rapporti concreti con il territorio e in particolare con gli amministratori comunali del suo Montefeltro, il rigetto del qualunquismo, del pressapochismo, della demagogia, del populismo del massimalismo come tratto inconfondibile della sua cultura personale e politica.
La sua propensione a svolgere sempre una funzione di governo anche dall’opposizione, perché prima viene l’Italia, i cittadini, le imprese.
Ho ritrovato un articolo de l’ Unità del 4 novembre 2011, il quarto governo Berlusconi cadrà 12 giorni dopo per lasciare spazio al governo Monti. In quell’articolo sono condensati i fondamentali del pensiero politico di Massimo Vannucci.
1) il pareggio di bilancio annuale come precondizione, diceva “ tanto entra tanto si spende compreso il costo del debito, non un euro in più”
2) Una riforma del fisco per favorire la crescita ( egli aveva ben assimilato e portato nella sua esperienza politica il lavoro fatto nella azienda della famiglia, una azienda che lavorò molto all’estero ed egli coltivava ancora quei rapporti con la Libia, con gli Stati Uniti).
3) Una riforma dello stato sociale orientandolo nettamente verso i giovani.
4) Una drastica riduzione del debito pubblico attraverso l’uso dei proventi della lotta all’evasione e una decisa azione di alienazioni e liberalizzazioni.
5) Una lotta senza quartiere all’evasione fiscale i cui proventi una parte andavano vincolati in un fondo per la riduzione della pressione fiscale sul lavoro.
Ma Massimo non era solo passione autentica per la politica come dimostra il suo lavoro da sindaco, da segretario regionale dei DS. Egli aveva un’ autentica sensibilità e passione per la cultura, il teatro, il cinema, la poesia. Ed era una persona che sapeva ridere e far ridere, che sapeva stare senza l’orpello dei “titoli” ad un tavolo a giocare a scopone con gli amici al bar di Macerata Feltria.
Tutti ricordiamo l’intervento commosso di Pierluigi Bersani quando l’aula di Montecitorio in una atmosfera di grande partecipazione ricordò Massimo. Di quegli interventi che ho riletto attentamente trovo davvero speciale quello di Jleana Argentin che vi invito a rileggere, per la gentilezza dello stile e per quel congedo così sincero e toccante verso una collega che la sorte ha relegato su una carrozzina.
Il 25 aprile del 2012 il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano venne in piazza del popolo a Pesaro a commemorare la liberazione dal nazi fascismo. Massimo era un fervente antifascista, molto legato all’ANPI e volle che alle sue esequie ci fosse la banda e che suonasse Bella Ciao. Massimo era seduto laddove doveva essere sul palco in prima fila. Io gli ero accanto. Il Presidente gli si avvicinò e con mestizia ma con fare risoluto lo accarezzo sulla guancia, in quella robusta carezza e in quel “tieni duro” che pronunciò c’era tutta la consapevolezza della fine prossima di Massimo. Massimo era un migliorista, aveva in Napolitano il suo vero riferimento, aveva portato, da deputato al Quirinale un gruppo di miglioristi della provincia di Pesaro e Urbino a salutare il loro “capo” divenuto il Presidente. Oggi Massimo sarebbe orgoglioso di vedere ancora Napolitano su quello scranno combattere con tempra giovanile per tenere la barra a dritta sulla responsabilità istituzionale, sulla scelta europeista, sul rispetto delle istituzioni.
mercoledì 9 ottobre 2013
Ho appreso stamattina dalla stampa che nella giornata di
ieri sarebbe stata inviata alla redazione de Il
Resto del Carlino una lettera intimidatoria, anonima, di cui non conosco i
contenuti e sulla quale mi riservo ogni azione e tutela.
La cosa non mi stupisce, anche se mi rattrista e mi nausea
profondamente, soprattutto perché sono ormai quasi quattro anni che ricevo
lettere anonime o subisco atti vandalici.
Naturalmente ho estrema fiducia nella magistratura e anche
questa volta perseguirò le vie legali a mia disposizione.
Mi preme, però, stigmatizzare a mezzo stampa, questo
meschino modo di fare, e dire a voce alta, e con tutta la passione e
l’entusiasmo che ho sempre messo nel mio modo di fare politica, che metodi
intimidatori di questo genere non significano fare Politica, bensì infliggere
solo colpi bassi alla dignità e alla serietà delle persone.
Ribadisco, infatti, e di questo ne sono fiero, che io non
vivo e non ho mai vissuto di politica,
anzi ho il mio lavoro, costruito con studio, pazienza e sacrifici e ogni giorno
faccio del mio meglio per occuparmi della mia vita e per cercare di migliorare
la città in cui vivo e che amo.
Per questo vado avanti e continuerò ad andare avanti come ho
sempre fatto, esprimendo le mie idee e forte dei miei valori, della mia lealtà
e del desiderio di mettere in campo una politica nuova.
Io non ho nulla da nascondere e nulla da temere. Non ho
paura del confronto, anzi sostengo con convinzione l’importanza del dialogo e
della condivisione. Non mi preoccupano le calunnie e le falsità perché sono
sempre stato limpido nelle mie idee e nei miei comportamenti.
Consigliere comunale e candidato PD alle Primarie a Sindaco
di Fano
sabato 5 ottobre 2013
venerdì 4 ottobre 2013
Comunicato Stampa
Oggi ho inviato questo comunicato alla stampa, non solo per esprimere
solidarietà al Consigliere regionale Zaffini, vittima di un'aggressione verbale
pubblica, ma per ribadire che la politica ha il preciso dovere e la
responsabilità di mettere in campo buone pratiche di integrazione per garantire
rispetto, educazione e valori di convivenza civile. Una politica tanto più
urgente, oggi, di fronte alla drammatica vicenda di Lampedusa.
A mio avviso,
non è una questione di pelle, di diversità culturali, e non c'entra la domanda se
sia giusto o meno, in un momento di crisi economica, accogliere cosi tanti
extracomunitari. Credo infatti che in un mondo globale come il nostro, tutti
siamo legittimati a provare a migliorare le nostre condizioni di vita.
Il problema è
solo valoriale, ossia riguarda il rispetto per gli altri e l'educazione dei
comportamenti e degli atteggiamenti. Un'educazione e un rispetto come base
della convivenza civile e democratica che dobbiamo esigere dall'intera
comunità, sia italiana sia straniera.
Per questa ragione
esprimo solidarietà a Zaffini per essere stato vittima di comportamenti
ineducati e incivili e rivolgo un
appello alla politica, perché si occupi ancora di più dell'educazione civica
dei nostri cittadini, a partire dalla scuola e dai giovani, nonché sappia dare risposte
convincenti alla comunità attraverso buone politiche di integrazione capaci di garantire
un positivo inserimento nella società dei cittadini extracomunitari regolarmente
soggiornanti in Italia.
Fano sta diventando
sempre più una città multiculturale.
Comunicato stampa "solidarietà a
Zaffini"
Ho letto con
profondo dispiacere dell'aggressione verbale subita dal Consigliere regionale
della Lega Nord Roberto Zaffini. E sono rimasto alquanto stupito del silenzio
di molta politica a proposito, soprattutto da parte del centro destra che
avrebbe almeno dovuto stigmatizzare l'episodio. Il che mi ha portato a pensare che
probabilmente la Lega sia abbastanza isolata rispetto alla coalizione di appartenenza.
Questo lo
dico con convinzione avendolo respirato in famiglia, da genitori che da
giovanissimi sono emigranti in Svizzera
per permettere alla nostra famiglia di avere un futuro migliore.
Questo lo ripeto,
soprattutto oggi, dopo la grandissima tragedia che si è consumata a Lampedusa.
Per questo io
credo che una delle responsabilità del governo
locale - e questo è uno dei tanti, tantissimi punti che affronterò nella mia campagna
elettorale per le Primarie a Sindaco di questa città, - sia impegnarsi e lavorare per scongiurare separatezza e antagonismo
tra culture e identità diverse, per garantire a tutti i suoi cittadini la partecipazione alla vita politica e sociale,
per esigere totale rispetto dell'altro, educazione verbale e di comportamento , dialogo e condivisione.
Luca Stefanelli
Consigliere
comunale e candidato Pd alle Primarie a Sindaco
Fano, 4 ottobre
2013
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