LE RESPONSABILITA'
SONO SOLO DEI DIRIGENTI DEL PD
E' ora di mettere le cose in fila
e fare un po' d'ordine nel caos di questi giorni.
Quello che sta succedendo ha
infatti un nome e un cognome: responsabilità e inconsistenza del Partito
Democratico, o meglio di quei dirigenti che hanno occupato ruoli e segreterie,
indebolendo la partecipazione, il confronto delle idee, la diversità come
occasione di confronto e di dialogo.
L'immobilismo di questo partito è
sotto gli occhi di tutti, così come l'abuso dei ruoli, l'antidemocrazia dei
metodi, la parzialità delle scelte e l'incapacità di leggere la città se non
attraverso personalismi e interessi di parte.
Io l'ho detto per mesi e mesi. Io
ci ho provato per mesi e mesi.
Se Marchegiani avesse voluto
cambiare il partito, mettere in campo metodi democratici, condividere un
dialogo e una partecipazione vera tra i militanti, tanto più se uomini e donne
con ruoli istituzionali, avrebbe dovuto essere coerente con l'impegno preso con
il partito durante il congresso: costruire l'alleanza, condividere un programma
e fare le Primarie. E non fingere un giochetto inesistente, mentre sottobanco
stringeva accordi, ben sapendo di essere sotto scacco di Minardi e Renzoni che,
tra l’altro, hanno gonfiato il tesseramento minando l’autenticità e la
trasparenza del PD, come purtroppo sta accadendo in gran parte d’Italia.
Io sono una persona seria, non ho
mai avuto secondi fini e ho sempre messo il mio entusiasmo e le mie risorse a
disposizione del partito in cui militavo e credevo. Il partito democratico,
però, non mi ha permesso alcuna agibilità e sono uscito proprio per senso di
responsabilità e per essere un contributo per questa città.
Quello che è successo ai miei
compagni di partito e colleghi di consiglio comunale, è frutto degli stessi
metodi e delle stesse pratiche antidemocratiche proprie del PD e, come loro,
tanti altri uomini e donne, tanti altri giovani, se ne sono andati in questi
periodi e negli stessi tempi.
Sono state scelte coerenti, lo
ripeto, compiute nel rispetto della politica e di questa città.
Allora adesso, è troppo facile
fare finta di niente, non farsi mai un esame di coscienza e gridare al
tradimento, mentre è stata una precisa volontà di qualcuno arrivare a questa
situazione.
Quello che succederà, d'ora in
poi, non lo posso prevedere. Da parte mia, dico solo che non mi piace che si
abusino di parole come trasformismi e inciuci, solo per coprire le vere
responsabilità e i reali drammi politici di questa città. Responsabilità e
drammi di cui occorre dare conto per rispetto di Fano e dei suoi cittadini.
Se Sanchioni vuole candidarsi a
Sindaco, libero di farlo. Se la coalizione Uniti per Fano crede che Sanchioni
sia l'uomo giusto per mettere tutti d'accordo su idee e progetti per questa
città, liberi di farlo.
Io, da parte mia, continuerò ad
essere un uomo libero e coerente, con le mie idee, i miei progetti e la voglia
di ridare speranze e futuro a questa città.
Aspetto idee chiare, programmi
concreti e non solo nomi di leader decisi a tavolino. Auspico un dialogo aperto
e franco.
LUCA STEFANELLI
Consigliere comunale
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