mercoledì 6 novembre 2013


LE RESPONSABILITA' SONO SOLO DEI DIRIGENTI DEL PD

 

E' ora di mettere le cose in fila e fare un po' d'ordine nel caos di questi giorni.

Quello che sta succedendo ha infatti un nome e un cognome: responsabilità e inconsistenza del Partito Democratico, o meglio di quei dirigenti che hanno occupato ruoli e segreterie, indebolendo la partecipazione, il confronto delle idee, la diversità come occasione di confronto e di dialogo.

L'immobilismo di questo partito è sotto gli occhi di tutti, così come l'abuso dei ruoli, l'antidemocrazia dei metodi, la parzialità delle scelte e l'incapacità di leggere la città se non attraverso personalismi e interessi di parte.

 Io l'ho detto per mesi e mesi. Io ci ho provato per mesi e mesi.

 Se Marchegiani avesse voluto cambiare il partito, mettere in campo metodi democratici, condividere un dialogo e una partecipazione vera tra i militanti, tanto più se uomini e donne con ruoli istituzionali, avrebbe dovuto essere coerente con l'impegno preso con il partito durante il congresso: costruire l'alleanza, condividere un programma e fare le Primarie. E non fingere un giochetto inesistente, mentre sottobanco stringeva accordi, ben sapendo di essere sotto scacco di Minardi e Renzoni che, tra l’altro, hanno gonfiato il tesseramento minando l’autenticità e la trasparenza del PD, come purtroppo sta accadendo in gran parte d’Italia.

 Io sono una persona seria, non ho mai avuto secondi fini e ho sempre messo il mio entusiasmo e le mie risorse a disposizione del partito in cui militavo e credevo. Il partito democratico, però, non mi ha permesso alcuna agibilità e sono uscito proprio per senso di responsabilità e per essere un contributo per questa città.

 Quello che è successo ai miei compagni di partito e colleghi di consiglio comunale, è frutto degli stessi metodi e delle stesse pratiche antidemocratiche proprie del PD e, come loro, tanti altri uomini e donne, tanti altri giovani, se ne sono andati in questi periodi e negli stessi tempi.

Sono state scelte coerenti, lo ripeto, compiute nel rispetto della politica e di questa città.

Allora adesso, è troppo facile fare finta di niente, non farsi mai un esame di coscienza e gridare al tradimento, mentre è stata una precisa volontà di qualcuno arrivare a questa situazione. 

 Quello che succederà, d'ora in poi, non lo posso prevedere. Da parte mia, dico solo che non mi piace che si abusino di parole come trasformismi e inciuci, solo per coprire le vere responsabilità e i reali drammi politici di questa città. Responsabilità e drammi di cui occorre dare conto per rispetto di Fano e dei suoi cittadini.

 Se Sanchioni vuole candidarsi a Sindaco, libero di farlo. Se la coalizione Uniti per Fano crede che Sanchioni sia l'uomo giusto per mettere tutti d'accordo su idee e progetti per questa città, liberi di farlo.

 Io, da parte mia, continuerò ad essere un uomo libero e coerente, con le mie idee, i miei progetti e la voglia di ridare speranze e futuro a questa città.

Aspetto idee chiare, programmi concreti e non solo nomi di leader decisi a tavolino. Auspico un dialogo aperto e franco.

 
LUCA STEFANELLI

Consigliere comunale

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